Domenica 13 ottobre è stata celebrata la 69esima Giornata Nazionale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro.
Evento passato un po’ in sordina, se si tiene conto che l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro) ricorda che in Italia, nel 2018, su circa 645mila denunce di infortuni, i casi mortali sono stati 1.218; il dato mostrapurtroppo, una crescita del 6% rispetto al 2017. E le prospettive non sono rassicuranti, dal momento che secondo i dati dell’Inail (seppure non ancora definitivi) le morti sul lavoro accertate nel 2019 sono 704.
Sempre secondo l’ANMIL, in Italia il lavoro uccide una persona ogni otto ore, ne ferisce una ogni 50 secondi. Non servono altri commenti.
I numeri parlano di una vera e propria emergenza e di una tragedia per le famiglie che subiscono la perdita o il ferimento di un famigliare, con risvolti psicologici, economici e sociali.
Sergio Mattarella, in occasione di questa Giornata, nel suo messaggio inviato all’ANMIL, scrive che “La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza” e “bisogna saper reagire; serve un’azione continua, rigorosa, di prevenzione».
Come fermare quest’onda nera di feriti e di decessi sul lavoro?
Certamente una parte importante è giocata dagli organismi di Prevenzione e Controllo, ma è necessario lavorare ogni giorno per creare una vera e propria “cultura della salute e sicurezza” dove l’obiettivo non sia tanto quello di incorrere in sanzioni, ma, semmai, di creare la consapevolezza in tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro ruolo, sulla necessità irrinunciabile di tutelare la propria e altrui salute e sicurezza.
Noi di Delta3 crediamo che la formazione sia uno strumento di prevenzione importantissimo a patto che, oltre all’ apprendimento tecnico e procedurale, promuova anche la riflessione e la condivisione sulla cultura della sicurezza, perché ciascun discente torni al lavoro con occhio più critico e più attento e con la volontà e la voglia di adottare comportamenti corretti, non perché lo ha stabilito qualcuno, ma perché è un modo per occuparsi della propria salute ed integrità.
Condividiamo con i nostri docenti la necessità di lavorare in questa direzione, perché ogni incidente evitato, per piccolo o grande che sia, è una vittoria sul piano lavorativo, economico e sociale.